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La mediazione come complemento per una migliore efficienza della procedura di arbitrato

Inviato 26 Ott 2021

La revisione delle regole dell'arbitrato per adattarsi alle diverse questioni è di interesse primario, al fine di promuovere il posto della pratica dell'arbitrato in un mercato dove la concorrenza è in aumento.

Tuttavia, l'ipotesi della giudiziarizzazione, che traduce la trasformazione di un processo informale in uno formale, ci invita a interrogarci sul destino dell'arbitrato, ossia se sia ancora considerato un'alternativa ai lunghi e costosi procedimenti giudiziari?

Per contrastare questo effetto di giudiziarizzazione, le regole istituzionali, i principali attori della comunità arbitrale internazionale, sono stati invitati a ripensare il processo arbitrale. L'implementazione di cambiamenti per aumentare l'efficienza della procedura potrebbe forse inaugurare una "nuova era dell'arbitrato".

Quali cambiamenti, quindi, potrebbero promuovere l'efficienza del processo arbitrale?

L'efficienza del procedimento è spesso concepita come il mero desiderio di arrivare a un lodo il più rapidamente possibile, senza tener conto della qualità del lodo e dell'intero processo. Sarebbe meglio dire che l'obiettivo dell'arbitrato è quello di ottenere un lodo di qualità e ben motivato, garantendo allo stesso tempo che il processo sia rapido ed efficiente in termini di costi. Un esempio delle iniziative che i regolamenti arbitrali hanno messo in atto per promuovere questa efficienza è la mediazione, il cui ruolo complementare può essere molto vantaggioso.

Una delle conseguenze del fenomeno della giudiziarizzazione dell'arbitrato è l'aumento della risoluzione amichevole delle controversie, e più precisamente della mediazione. L'introduzione di una procedura pacifica in un processo noto per gli scontri che genera porterà forse maggiore efficienza. A questo proposito, un nuovo accordo messo in pratica dalle Regole SIAC in collaborazione con l'associazione Centro di mediazione internazionale di Singapore (SIMC) è chiamato processo di Arbitrato-Mediazione-Arbitrato.

Procedura di arb-med

In prima istanza le parti procederanno all'arbitrato, ma verrà fatto un tentativo di mediazione per risolvere la controversia in via amichevole. Se questo tentativo fallisce, si riprende l'arbitrato per arrivare infine a un lodo arbitrale. Possiamo riassumere questo processo come un tentativo di mediazione nel corso del procedimento arbitrale. Questo processo in tre fasi può essere ridotto a due. Infatti, se la mediazione porta a una soluzione della controversia, le parti non devono tornare all'arbitrato. Inoltre, potranno far valere il lodo emesso. Quest'ultimo sarà considerato un lodo consensuale e potrà essere eseguito come qualsiasi lodo arbitrale.

Tuttavia, la rinuncia all'arbitrato in anticipo è una questione che si pone spesso. In questo modo, però, si vanifica l'obiettivo del processo. Infatti, va notato che l'arbitrato sarà sostituito dalla mediazione solo dopo lo scambio di documenti tra le parti. Procedendo in questo modo, si definiranno gli elementi costitutivi della controversia, le parti potranno comprendere meglio le reciproche posizioni, incitandole a intraprendere pacificamente le trattative per raggiungere un accordo amichevole.

Per quanto riguarda l'efficacia di questo processo, va notato che l'arbitrato da solo pone problemi di costo e di mancanza di velocità. Cosa succede se aggiungiamo una procedura aggiuntiva come la mediazione? La risposta sembra semplice. Infatti, da un lato, i costi dei mediatori non sono così elevati come quelli degli arbitri e, dall'altro, se le parti riescono a risolvere la controversia nella seconda fase, cioè attraverso la mediazione, ne guadagnano in costi e velocità.

Questa disposizione innovativa riguarda solo un'istituzione arbitrale; tuttavia, altre norme incoraggiano i tribunali arbitrali che vengono istituiti in base ad esse a cercare di guidare le parti della controversia a risolvere la loro controversia in modo amichevole. È il caso del Regolamento ICC nell'Appendice IV (h) sulle tecniche di gestione del caso, in cui si afferma che al fine di risolvere la controversia, le parti dovrebbero essere "incoraggiate a prendere in considerazione la possibilità di risolvere la controversia in tutto o in parte attraverso la negoziazione o qualsiasi altro metodo di risoluzione amichevole della controversia come, ad esempio, la mediazione condotta in conformità con il Regolamento ICC sulla mediazione". Il Regolamento AAA, invece, propone l'apertura di una "finestra di mediazione" nel corso del procedimento arbitrale. Per incoraggiare le parti a trovare una soluzione amichevole, il Regolamento AAA prevede che le parti che scelgono di mediare nel corso dell'arbitrato non debbano sostenere costi aggiuntivi.

Si possono citare diversi altri processi, come la mediazione parallela, ma l'idea condivisa da tutte queste innovazioni è quella di ottenere una risoluzione più efficiente della controversia in termini di costi, velocità, ma anche dal punto di vista sociale ed etico. Infatti, negoziando in un'atmosfera serena, le parti avranno la possibilità di cercare opzioni e soluzioni che soddisfino le rispettive esigenze.

Imparare a utilizzare questi due metodi di risoluzione delle controversie può essere un vero passo avanti, nell'interesse comune delle parti.

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Dottorando dell'Università Aix-Marseille e volontario presso IM Campus

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Seylendra Steiner ha conseguito una laurea in economia, commercio e relazioni internazionali. Attualmente sta conseguendo un master in Studi sullo sviluppo con particolare attenzione ai conflitti. All'IMC è responsabile del coordinamento e della gestione dei corsi.